La scuola riparte, ma è importante
non spegnere i riflettori sui suoi problemi
“Pur nell’estrema varietà delle situazioni delle nostre 8.094 scuole, la scuola riparte. C’è chi è in affanno e chi è pronto, chi ha già la mensa allestita per partire e chi invece dovrà aspettare, chi attende i banchi monoposto e chi ha dovuto usare la fantasia per riorganizzare, ma ogni scuola è tesa alla ripartenza. E tutto questo ci racconta del grande senso di responsabilità e dell’impegno straordinario dei dirigenti scolastici, degli insegnanti, dei collaboratori scolastici, delle famiglie e naturalmente degli studenti, che hanno fatto davvero ogni sforzo per riuscire a riaprire in presenza”. Così Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL, intervenendo il 14 settembre all’Assemblea generale della Cgil.
“Come FLC CGIL - aggiunge il dirigente sindacale - sentiamo di dover ringraziare la comunità educante se, in tempi così faticosi e pieni di paure, si dà avvio ad un anno scolastico seppur pieno di insidie e problemi ancora non risolti. La scuola riparte perché ha una forza intrinseca straordinaria, la consolidata capacità di resilienza di oltre 1 milione di donne e uomini che la amano, che per essa hanno passione e rispetto, e per essa lottano ogni giorno, contro ogni difficoltà. È stato così nei mesi del lockdown, quando la chiusura ha imposto lezioni a distanza e ha fatto smarrire relazioni umane decisive. La scuola si è risollevata e ha risposto come poteva, con le poche armi che aveva”.
“Già ad aprile avevamo indicato la strada per riaprire in presenza e in sicurezza - sottolinea Sinopoli - investimenti in personale, in edilizia scolastica, procedure straordinarie per coprire quanto più possibile i posti liberi di docenti e Ata. Come era nostro compito, abbiamo denunciato la vistosa perdita di tempo prezioso, l’incapacità di rispondere all’emergenza delle cattedre vuote con l’assunzione di personale in modalità semplificata. In tutti questi mesi abbiamo lavorato per risolvere problemi concreti come il Protocollo per lo svolgimento degli esami di maturità in presenza, il Protocollo del 6 agosto per la riapertura di settembre, la soluzione del problema dei lavoratori fragili. Più volte l’abbiamo ribadito: la pandemia cambierà l’Italia e la sua scuola, ma occorre una soggettività diversa, diversa da quella che ha parlato finora di riforme epocali ignorando il protagonismo di chi la scuola la fa. Invece abbiamo assistito ad un congelamento delle relazioni sindacali, fino alla disgustosa accusa di essere ‘sabotatori’”.
“Oggi, nel giorno in cui la scuola riparte facciamo in modo che non si spengano i riflettori su di essa - conclude Sinopoli - eliminazione della povertà educativa nel sud e nei territori deprivati, generalizzazione della scuola dell’infanzia, aumento del tempo scuola, fine delle classi pollaio, edilizia moderna, banda ultra larga per ogni scuola, collocazione di un assistente tecnico in ogni scuola del primo ciclo e di un collaboratore scolastico in più per ogni plesso del Paese, risoluzione del problema del precariato con un concorso ogni tre anni per tutte le figure professionali e il riconoscimento dei diritti acquisiti per chi ha lavorato per tre anni da supplente coerentemente con la normativa europea. Queste le basi del programma per una scuola che inveri l’articolo 3 della Costituzione e che sosterremo con le lotte a partire dalla giornata di mobilitazione di Priorità alla scuola del 26 settembre: Senza scuola non ci sono diritti.”